Nello specchio d’acqua a est di Genova, non a caso chiamato Golfo Paradiso, s’estende la fascia di terra che comprende la bella e rinomata Portofino; interessando più a ovest località come San Fruttuoso, Ruta, San Rocco, frazioni di Camogli – “città dei mille bianchi velieri”.
Ci si trova in territorio protetto, in area naturalistica di terra e di mare, rilevante quale habitat di specie faunistiche e floristiche. Barriera corallina, posidonia oceanica figurano fra i beni naturali bisognosi di tutela del parco marittimo; dove, nascosto dalla distesa blu, il Cristo degli Abissi eleva le sue braccia al Cielo. Statua in bronzo realizzata nel secondo dopoguerra, rappresenta uno dei tesori marini dell’area in questione.
Al di sopra della linea d’orizzonte, non molto distante, un’altra icona della bella località, il Faro di Camogli, presiede la riviera dall’alto dei suoi 11 metri.
All’estremità del molo, nello spumeggiare del mare, la piccola forte vedetta
Costruzione particolare, la vedetta bianca incuriosisce per le sue dimensioni, attendendo validamente alle sue funzioni sin dalla metà del Novecento. Lavorando in tandem con il faro di Genova – la nota Lanterna –, il primo, più minuto, ha conosciuto diversi eventi avversi: mareggiate, la fascinosa violenza delle onde, resistendovi dall’estremità del molo esterno su cui s’impianta. Tutt’intorno alla punta del molo, come una corona, blocchi di pietra frangiflutti tentano di smorzare la furia del mare, difendendo il piccolo presidio.
Tra alterne vicende, in realtà, il faro di Camogli – soggetto ad alcune modifiche nel corso della sua esistenza – ha subito qualche perdita nella tempesta del dicembre 2011, spogliato della sua lanterna.
Al di sotto del suo corpo in cemento, s’apre il porticciolo dei pescatori, ricovero di natanti – si ricorda l’importante attività ittica locale –, mentre, contigua al molo, la zona denominata “Isola” ospita il Castello della Dragonara, costruzione del basso medioevo; anch’essa incorsa in ripetute distruzioni e rifacimenti nel corso dei secoli.
Vicina ad essa, la Basilica di Santa Maria Assunta, in stile barocco,accoglie le statue di san Prospero, San Fortunato e della Madonna del Boschetto – Patrona del comune. L’interno a tre navate s’illumina delle pregevoli lavorazioni artistiche di nicchie ed altari.
Chiese e architetture di rilievo
Altre costruzioni artistiche degne di nota riguardano ancora edifici religiosi, come la chiesa di San Rocco, alta sul braccio di mare, quella della Madonna del Boschetto, e la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo (probabilmente di antichissima fondazione). Trattasi di alcune delle diverse chiese del territorio comunale, presenti nelle sue frazioni. Un altro interessante sito storico è il Teatro sociale, d’età ottocentesca, le cui attività, dopo una battuta d’arresto sul finire del secolo scorso, sono riprese da quasi un ventennio.
Nel borgo di pescatori, ridente scenario e palazzate dalle vivaci tinte
Come già avanzato, l’area della Riviera di Levante è piuttosto attrattiva, conosciuta per la bellezza delle acque, per la vegetazione della terraferma. La conformazione del territorio, dei declivi che digradano verso il mare, a volte bruscamente, concorre a dar forma agli aggregati abitativi, al peculiare scenario residenziale: pittoresche appaiono le facciate di alti palazzi, abitazioni colorate affacciate sulla riviera, sulle spiagge di ciottoli, illuminate dal sole o dalla magica, tenera luce notturna. Dimore antiche, modificate, ampliate nel tempo, in stretta relazione con la vita della sua popolazione, delle sue vicissitudini, in intima intesa con il mare e le sue attività. Del resto, destano grande interesse i paesaggi luminosi di altrettante ridenti località liguri, ben note, come ad esempio la succitata Portofino, o i villaggi marittimi delle Cinque Terre – in provincia di La Spezia –, caratterizzati dal suggestivo paesaggio roccioso, dalla particolare distribuzione degli abitati, comunità di pescatori. Anche qui il colore contraddistingue le facciate delle dimore lambite dal mare, dalle mareggiate, dalla sua esuberanza.